Il progetto
A metà del XIX secolo le prime linee ferroviarie venivano inaugurate in Francia e in Svizzera, anche in Italia l'idea di un traforo ferroviario al Sempione ha avuto inizio nel 1850.
Sebbene l'idea fu caldamente appoggiata da un finanziere francese, La Valette, che ottenne dal governo elvetico e dal Piemonte la concessione per le linee di accesso al valico e l'esclusività dei trasporti, sia passeggeri che merci, ci sono voluti altri quarant'anni prima del suo avvio.
I lavori iniziarono nel 1898, sotto il controllo della compagnia Jura-Simplon che affidò l'opera all'impresa appaltatrice svizzera Brandt-Brandau, per un percorso di 11 chilometri in territorio italiano e 9 chilometri in territorio elvetico.
Il progetto, molto ardito per quei tempi, prevedeva un tunnel di circa 20 chilometri, con l'ingresso a sud a quota 634 metri e a nord a quota 687 metri.
Alla costruzione del traforo furono particolarmente interessate la Svizzera, l'Ossola e le città di Milano e Genova, mentre il Governo italiano non mostrò grande sollecitudine. Gli ostacoli finanziari vennero superati dalla compagnia elvetica proprietaria di circa un terzo delle linee ferroviarie svizzere ed appoggiata da potentissime banche germaniche.
Nei quarant'anni di preparazione numerosi furono i progetti presentati (32 complessivamente) per incarico di cinque società concessionarie.